Forum Radio e TV Private locali amatoriali FM AM, dagli anni 70 ad oggi - La radio dei ragazzi che caccia i bulli raccontando le loro storie
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 La radio dei ragazzi che caccia i bulli raccontando le loro storie
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samurai
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Inserito il - 04/10/2016 : 13:33:11  Mostra Profilo Invia a samurai un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
C’è Sara che rivede se stessa: «Certe parole e certe azioni sembrano piccole cose ma non sai quanto male possono fare». C’è Tommy che pensa alla vittoria: «Che soddisfazione quando il bullo che mi tormentava è diventato mio amico...». E poi Davide, traumatizzato dai prepotenti e disposto finalmente a raccontarlo; Edoardo, sotto assedio continuo perché dislessico oppure Giada, presa a maleparole perché straniera. Siamo nel mondo spietato dei bulli ma, per una volta, lo stiamo guardando con gli occhi degli adolescenti e lo stiamo ascoltando dalle loro voci. Sono i ragazzini e le ragazzine di Radio Immaginaria, un’emittente che trasmette via web e che, caso unico in Europa, ha soltanto redattori fra gli 11 e i 17 anni. Se diventi maggiorenne sei «licenziato», diciamo così.
Duecento «corrispondenti»
Più di 200 ragazzi, «corrispondenti» dall’Italia e dall’estero, affrontano ogni giorno (a turno) argomenti che di solito sono marginali nelle programmazioni delle radio a diffusione nazionale. In sostanza: pensieri e parole che tormentano gli anni dell’adolescenza. Parliamo dello studio, le difficoltà con i genitori, l’orientamento scolastico, le prospettive di lavoro, l’amore oppure - ed è fra i temi più gettonati - il bullismo. Sono stati i nostri giovani conduttori a mandare in Rete la stagione degli «Cacciabulli», programma (messo a punto e trasmesso assieme a Radio24) che per quattro mesi ha raccontato difficoltà, paure e consapevolezze dall’una e dall’altra parte della barricata. Vittime e aguzzini. Per capire di più attraverso toni che un adulto non userebbe mai e parole tanto semplici quanto efficaci. Niente professori, psicologi o esperti di nessun genere e grado. Soltanto loro, prossimi uomini e donne che hanno deciso di non chiudere quella partita nemmeno quando Cacciabulli è arrivato all’ultima puntata.
La sede nel Bolognese
«Ma scherzi?» dice Sara che non senza orgoglio comunica la sua qualifica: caporedattrice. «Noi andiamo avanti eccome, anche perché il bullismo non è certo finito. Quello era soltanto l’inizio, credo che riprenderemo la trasmissione e nel frattempo ne parliamo ogni volta che i nostri redattori ce lo chiedono». E succede spesso. Perché qualcuno vede su facebook o sente in tivù una notizia sull’argomento, per esempio. Prendi il caso di Carolina Picchio, la ragazzina suicida per cyberbullismo. «Abbiamo invitato suo padre per un’intervista» spiegano i ragazzi radio-immaginati, «ed è stato molto emozionante». La sede della web-radio è a Castel Guelfo, vicino Bologna. Era l’edificio della pesa che il Comune ha dato ai ragazzi gratis e che imprenditori e commercianti locali hanno aiutato a ristrutturare. L’idea di farne una radio è nata nel 2012 con una domanda. Tu che cosa sogni di diventare? chiese prima a una ragazzina e poi a un ragazzino Michele Ferrari, regista che in quel periodo si stava trasferendo a Castel Guelfo. Risposte: «una velina», «un calciatore». «Possibile che siate finiti tutti nella trappola dell’apparire?» si è arrabbiato lui. E ha lanciato la sfida: «Perché invece non provate con il mondo della comunicazione?». E così ecco Radio Immaginaria, con il nome che significa: riprendiamoci l’immaginazione, la fantasia, i sogni. «Il nome è la sola cosa che ho suggerito» dice. «Il resto l’hanno fatto e lo fanno loro».
Il processo al bullo
Sono stati loro, tanto per dire, a scegliere la piattaforma elettronica con la quale trasmettere, loro organizzano il palinsesto, loro hanno inventato la postazione mobile con pannelli fotovoltaici che trasmette in movimento. La trovata più originale? Il «processo al bullo» celebrato il 10 e l’11 settembre scorso. Si sono fatti spiegare da un avvocato come funziona un processo e, raccontano, «lo abbiamo messo in onda fingendoci bulli e vittime in aula, davanti ai giudici. A cosa è servito? A capire che vince chi si difende meglio, che poi non sempre è lo stesso che ha ragione».
http://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_03/radio-ragazzi-che-caccia-bulli-67c18552-89a6-11e6-8283-10451de6e209.shtml
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